RECOVERY FUND DA 750 MILIARDI: ITALIA QUANTO TI SPETTA?

Approvato il Recovery Fund: all'Italia andranno 172,7 miliardi di euro. Ma attenzione alla precisazione del vicepresidente Valdis Dombrovskis
Continua l'operazione anti - crisi della UE, così sembra: un fronte comune per uscire dal tunnel COVID 19. Detto e ridetto che siamo in una crisi, probabilmente, senza precedenti e che non esistono pozioni magiche per venirne fuori, bisogna affidarsi solo al buon senso comune e al molto "lavoro" nella ricerca per trovare le possibili strade da percorrere. Una parte della soluzione si chiama Recovery Fund e ha un valore di 750 miliardi di euro. Questa è la cifra che la Commissione Europea ha deliberato per consentire ai Paesi maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus di cercare di risollevarsi e provare a rimettersi al passo... se così vogliamo dire.
Progetto ambizioso, sia nell'idea che nella sostanza! Una "torta" da spartire in varie fette di cui una bella porzione toccherà anche all'l'Italia. Come e quanto è presto detto: la cifra è 172,7 miliardi di euro, 82 dei quali, attenzione, andranno a fondo perduto e i restanti 91 saranno erogati in forma di prestiti. La tabella sotto rappresenta le Nazioni che potranno beneficiarne e le singole ripartizioni:
ITALIA: 172,7 miliardi - 82 miliardi aiuti fondo perduto - 91 miliardi prestiti
SPAGNA: 140,4 miliardi - 77,3 miliardi aiuti - 63,1 miliardi prestiti
POLONIA: 53,8 miliardi - 37 miliardi aiuti - 26 miliardi prestiti
FRANCIA: 38,7 miliardi aiuti
GERMANIA: 28,8 miliardi aiuti
OLANDA: 6,751 miliardi fondo perduto
AUSTRIA: 4,043 miliardi fondo perduto
FINLANDIA: 3,460 miliardi fondo perduto
DANIMARCA: 2,156 miliardi fondo perduto
Ci si interroga a questo punto sulla modalità di spesa per il Belpaese della sua quota del Recovery Fund. Senza ombra di dubbio, la parte più importante della questione riguarderà la pressione fiscale. Lo aveva già fatto presente, alla vigilia della proposta da parte della Commissione UE, il ministro dell'economia Gualtieri: l'Italia lo userà per ridurre e accorpare le aliquote in vigore, introducendo, allo stesso tempo, nuove detrazioni per famiglie e lavoro. In un'ottica di voci circolanti il meccanismo potrebbe funzionare il questo modo: 10 miliardi di euro, circa, potrebbero finire destinati alla riforma fiscale e all’accorpamento delle aliquote intermedie (38% e 41%) al 36%.
In aggiunta, va rimarcata la precisazione del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolineando che troveranno ampio spettro di azione l'economia sostenibile, la digitalizzazione, imprese e investimenti pubblici e privati. Che sia finita qui, però, è da escludere. Su come vadano fatte le cose, alla fine, ognuno dice sempre la sua ... A fugare ogni dubbio o interpretazione residua ci ha pensato il Vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, dando ulteriori indicazioni sul progetto presentato ieri.

In primis ha ribadito e confermato che i soldi del Recovery Fund arriveranno agli Stati membri in maniera strettamente correlata agli investimenti: in più tranche e non in un' unica soluzione. Agli Stati che ne faranno richiesta, ovviamente, saranno fatte le apposite verifiche di varia natura. In buona sostanza i Paesi che decideranno di avvalersi del Recovery Fund dovranno dichiarare come intendono avvalersene e dimostrare le modalità di spesa per le finalità preposte.
L’ammontare del denaro, ha aggiunto Dombrovskis, da destinare ai singoli Paesi verrà in realtà stabilito in seguito all’analisi di fattori quali il tasso medio di disoccupazione e la prosperità relativa. Il Recovery Fund, infatti, sarà a disposizione di tutti i 27 Paesi ma con la "Condicio sine qua non" ,come ha detto lo stesso Vicepresidente, di: “Preparare dei piani di recupero e resilienza e potranno farlo ogni anno nel mese di aprile, con i loro piani di riforma nazionali oppure prima, nell’ottobre dell’anno precedente, insieme ai progetti di bilancio”.
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