BCE E FED: FRA TAGLI E CONFERME!

Dopo le rispettive riunioni, BCE ha scelto di tagliare i tassi dello 0,25%, mentre la FED ha scelto di mantenerli invariati
BCE: COME PREVISTO! Due verdetti, due decisioni diverse. Nella settimana delle prime riunioni 2025 di politica monetaria firmate BCE e FED, i due Istituti Centrali hanno scelto di percorrere vie differenti: tagli dei tassi da parte di Christine Lagarde & Co., mantenere gli stessi da parte della FED e Jerome Powell.
La riunione della Banca centrale europea ha rimarcato quanto era già nell'aria: il taglio dello 0,25% e si tratta della quinta volta in questa fase. L'ultimo, di pochi giorni fa, è stato portato dal 3% al 2,75%, mentre il rifinanziamento dal 3,15% al 2,90% ed i prestiti marginali dal 3,40%. al 3,15%. Con la nuova riduzione da 25 punti, il taglio complessivo dei tassi è arrivato a 125 punti base rispetto al picco. Ovviamente la decisione nasce dall'evoluzione dell''inflazione, per ora in linea con le previsioni (in attesa del paventato rientro del 2% a medio termine nel corso dell'anno), nonché da un'economia del quarto trimestre, decisamente in fase stagnante e una debolezza che, stando alle previsioni, perdurerà ancora a breve termine.
POWELL-TRUMP: 1-0 PER IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE! All'indomani dell'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, ecco la decisione di politica monetaria emersa dal meeting del FOMC. Rimane tutto invariato: nessun taglio, solo conferme. Dopo le tre sforbiciate consecutive, fra settembre e dicembre 2024, stop alle riduzioni con i tassi di interesse americani invariati nel range compreso fra il 4,25% e il 4,5%. Una decisione, quella del Consiglio, arrivata all'unanimità, contribuendo a riaccendere attriti fra i due "vecchi nemici": Trump e Powell. Anche se non dimentichiamo che era stato proprio Donal Trump, al suo primo mandato, a volere Powell alla presidenza della FED. Il neo Presidente USA, dal World Forum di Davos, era convinto di riuscire ad "imporre" il suo volere che, tradotto, avrebbe significato un immediato calo dei tassi: niente di tutto questo! Come nel suo stile non le ha mandate a dire né a Powell, nè al Consiglio, criticando aspramente il suo operato in termini di lotta all'inflazione, con l'idea di "decidere" cosa sarà meglio fare per gli americani: "La Federal Reserve – ha commentato il N°1 della Cassa Bianca – ha fatto un pessimo lavoro sulla regolamentazione bancaria. Il Tesoro guiderà gli sforzi per tagliare le regolamentazioni non necessarie e renderà liberi i prestiti per tutte le persone e le imprese americane. Se la Fed avesse dedicato meno tempo al DEI, all’ideologia di genere, all’energia ‘verde’ e al falso cambiamento climatico, l’inflazione non sarebbe mai stata un problema. Invece, abbiamo sofferto della peggiore inflazione nella storia del nostro Paese”! Non servono né traduzioni né spiegazioni. L'accusa alla FED è fin troppo chiara: non essere stati capaci di combattere in maniera adeguata e fermare l'inflazione. Non solo, ma Trump ha rincarato la dose nella convinzione di avere lui la soluzione in mano come ha dichiaro da Davos in un post molto esplicito: “Poiché Jay Powell e la Fed non sono riusciti a fermare il problema che hanno creato con l’inflazione, lo farò io stimolando la produzione energetica americana, tagliando la regolamentazione, riequilibrando il commercio internazionale e riaccendendo la produzione americana. Ma farò molto di più che fermare l’inflazione, farò rendere il nostro Paese nuovamente potente, finanziariamente e non solo”. Parole che non hanno minimamente scalfito, né avuto replica da parte di del FOMC e Jerome Powell che vanno avanti per la strada intrapresa, avendo più volte sottolineato il fatto che la FED non ha alcuna fretta di accelerare aggiustamenti ai tassi. Il concetto è molto chiaro: "Wait and see", aspettiamo e vediamo!
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