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QUELLO CHE NON DICONO....



La BCE decide di acquistare i Titoli italiani, pur ritenendoli "carta straccia"? Fantapolitica economica.... o realtà?


D'accordo il meeting BCE... quello che successivamente viene dichiarato ma... è quello che non si dice, che non deve uscire dalla sala riunioni a destare la vera preoccupazione! Il voler nascondere una situazione drammatica (parliamoci chiaro, lo è!) per cosa? Per non preoccupare ulteriormente, non esasperare gli animi, salvo trovarci con altre soprese e sentirci dire: "Non potevamo immaginare... non ce lo aspettavamo... abbiamo fatto di tutto, è colpa degli altri"? Parole trite e ritrite alle quali (passatemi il temine) solo un "gonzo" può ancora credere! Forse è il caso di rendesi conto che qualcuno ci sta prendendo in giro! Ecco quello che non va detto! Oggi 24 aprile 2020 il giudizio di S&Poor’s (Standard and Poor's Corporation è una società privata con base negli Stati Uniti che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, fra le prime tre agenzie di rating (valutazione) al mondo insieme a Moody's e Fitch Ratings) sul debito italiano non è preoccupante.... è molto di più!


In ogni caso ci prepariamo ad eventi che cambieranno il destino dell'Italia sotto molti punti di vista. "Santa" BCE (bisogna vedere se crederci oppure no) nel meeting di 24 ore fa ha rilasciato due dichiarazioni, vicine nella sostanza, ma sul fatto che siano credibili, beh... parliamone! La prima: volere acquistare titoli di stato italiani anche se li ha chiamati, senza mezze parole, “carta straccia”. La seconda: definisce la situazione del debito pubblico italiano altamente complicata. Ciononostante, al di là della volontà politica di altre opinioni interne che ostacolano l’Europa, la Banca Centrale Europea ha intenzione di aiutare e salvare il nostro Paese. Nobili intenzioni! Ma non so fino a che punto veritiere nei fatti. Siamo in una situazione economico politica che sta rischiando di esplodere: il COVID 19, arrivato in un momento storico difficile e delicato, con equilibri che erano già piuttosto instabili, ha acceso la miccia su una tragedia epocale che, a livello internazionale, rischia un' esplosione senza precedenti.

Facciamo un salto oltreoceano a "Casa" Trump che, come sappiamo, ormai da molti mesi, naviga fra alti e bassi sulla questione commerciale con la Cina. Ora gli Stati Uniti stanno pensando di alzare i toni contro la nazione asiatica. Molti rappresentanti di paesi europei importanti stanno abbracciando il pensiero del Presidente Usa, tra cui la Cancelliera tedesca, Merkel e si stanno unendo a lui.


Veniamo all' ipotesi emersa, veramente scandalosa e oltraggiosa: "qualcuno" ha tirato fuori la brillante idea di cedere una quota del debito pubblico italiano ai cinesi (proprio a quelli che hanno acceso la miccia sotto il barile COVID19)! Naturalmente, l'uscita (ndr: infelice) ha fatto allarmare e fare un sussulto alla BCE stessa. Ancor di più per i motivi di cui sopra con la citata tensione USA-CINA, ravvivata dal 13 marzo: in uno dei maggiori, se non il maggior momento di difficoltà pandemica per l'Italia. Guarda caso, da quella data, la Cina ha mostrato particolare attenzione nei confronti del nostro Paese! I "santini" asiatici hanno addirittura attuato spedizioni di materiale sanitario tra cui mascherine, respiratori, proprio mentre l’Italia era carente di tutto ciò.


Domandiamoci a questo punto: ma quale Europa ci aspetta dopo tutto questo? Il Consiglio Europeo farà nascere una nuova Europa? Come? su quali basi? Torniamo per un momento a S&Poor’s, perché il giudizio che andrà ad emettere, oggi, sarà l'ago della bilancia per noi. Il quadro Italia, allo stato attuale, è davvero pessimo come si evince nei punti sottostanti:

  • Crollo del PIL


  • Aumento della Spesa Pubblica


  • Indicatore del rapporto DEBITO/PIL impennatosi alle stelle, in direzione del 160%, creando una situazione economica insostenibile e di povertà con una crisi che condizionerà l’Italia per molti anni a venire

Non serve un genio per capire la difficoltà, per non dire la drammaticità della situazione di un "paziente", l' Italia, che se non è agonizzante poco ci manca, con "avvoltoi" che volano sulla sua testa, aspettando di servirsi al banchetto! L' Italia, in questo momento di governo politico, non è preparata ad affrontare questa situazione e ancor meno a trovare soluzioni. Piaccia o non piaccia questa rimane! La realtà è che stiamo andando verso il DEFAULT come la Grecia. Rispetto agli ellenici, la differenza sta nel fatto che il nostro Paese ha il cumolo di risparmio privato che inizia a vacillare. "Santa Europa" non ha fatto nulla per essere l’unione di più Stati: Unione Europea? È un nome, un sogno, una bella visione, indubbiamente, ma cozza contro la realtà dei fatti vista fino ad oggi. Perché se l'UE è questa, quella dei figli e figliastri... beh, parliamone!


Al di là dei buoni propositi, delle parole e delle intenzioni, non esiste la certezza che la BCE acquisterà realmente titoli italiani per salvare il nostro Paese. Quanti sanno, veramente, che a breve termine, entro la fine dell'anno, l'Italia avrà un debito pubblico di 400 miliardi di euro? A questo mondo, si può credere tutto: ma la BCE non rischierà di prendersi a carico la crisi dei nostri BTP. Bot e BTP, ovvero il nostro debito, in gran parte è nella BCE con il 30% a Francoforte. Però, ci sono 400 miliardi di BTP che girano: 200 nelle nostre banche e oltre 200 (qui bisogna fare molta attenzione) si trovano: in Germania, Francia, Olanda, Lussemburgo e Austria. In conclusione, tra banche del Nord Europa e Francia sono distribuiti 200 miliardi che rappresentano un'ancora di salvataggio.


Fare andare a gambe all'aria il debito italiano vorrebbe dire mandare in fallimento diverse banche europee, alcune delle quali già in difficoltà. Abbiamo già parlato di avvoltoi o sparvieri, se preferite, al capezzale dell' Italia che aspettano solo di acquistare a basso prezzo aziende, imprese e località turistiche: a tanto si è arrivati! Quello che succederà, non è dato ancora di saperlo (forse si può intuire...): l’Italia naviga in acque tempestose: tra economia, politica interna e politica internazionale, mai eravamo arrivati a questo punto, non era mai successo in tutta la storia del nostro Paese.


Ci si interroga, da più parti, se sia possibile contare sull' alleato storico del post conflitto bellico: gli Stati Uniti. Anche in questo caso la risposta, stante la situazione interna americana, non lascia intravedere grandi spiragli.

Gli USA, pure loro alle prese con la pandemia, si sono ritrovati anche a dover fare i conti con la "guerra del petrolio" (fonte primaria economica del Paese), presi in mezzo fra due fuochi: Russia da una parte e Paese Arabi dall'altra, costringendoli, in primis a rivedere le strategie interne e internazionali.


A livello europeo quello che, in buona sostanza, si è evidenziato nel posto Consiglio di 24 ore fa, non scioglie ancora il nodo più complesso: quello del Recovery Fund, definito, però, “necessario e urgente”! Il punto comune è stato incaricare la Commissione Ue di analizzare le necessità e di avanzare una proposta.



La videoconferenza dei leader Ue sulla risposta economica alla crisi del coronavirus, secondo quanto riferiscono fonti Ue, ha portato all' avallo del pacchetto di misure dell’Eurogruppo:

  • - piano BEI

  • SURE

  • MES

rendendole operative il 1° giugno 2020.


Le problematiche non mancano e per cercare di venire a capo di questa situazione occorre:


  • Dare una risposta fra i 5 e i 10 punti del nostro PIL.


  • Trovare accordi sui meccanismi che, attualmente, creano divergenze; è necessario trasferire risorse verso i Paesi UE più colpiti da questa crisi, non servono prestiti.


  • Siamo partiti da un' emergenza sanitaria che ha fatto come i virus: si è trasformata, anzi allargata! Da sanitaria è diventata economica e sociale, quindi, in ultima battuta anche politica.


  • In ultima analisi, la dotazione del Recovery Fund dovrebbe essere di 1.500 miliardi e fornire prestiti a fondo perduto agli Stati membri.



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