PUTIN: L'ORSO RUSSO DITTATORE "CAMUFFATO" DA PRESIDENTE!

Alla fine la maschera è calata rivelando la realtà di un Presidente che di fatto è ben altro....
22 Febbraio 2022, quello che da decine di anni si sapeva già oggi è l'evidenza sotto gli occhi di tutti: Vladimir Putin solo formalmente è il Presidente della Russia, nella realtà dei fatti è un dittatore nel senso più classico del termine.
Sono i i fatti a dirlo: con l'avvento della sua escalation al potere è stato un costante: "O con me o contro di me"! Un politico che non ammette ostacoli alla sua ideologia, al suo concetto di Russia e democrazia: i metodi usati e in uso per liberarsi di "personaggi scomodi" non sono mai stato un problema per lui.
Dalla sua ascesa Putin ha sempre esercitato un potere che poco ha a che fare con "democrazia" come si intende nel mondo libero e occidentale, sempre mascherato, a volte neanche tanto bene. Resta il fatto che la storia lo ha visto per un ventennio protagonista con i fatti in Cecenia, Georgia e Crimea nel 2014, tradotto in campagne belliche.
Motivazioni e pretesti per il Presidente vanno di pari passo alla velocità della luce, questo è fuori discussione, ma in primis rimane il fatto che oltre ad essere un politico, ex miliare, ex KGB, ha sempre condannato la cessione, da parte di Nikita Chruščёv, della Crimea all'Ucraina e ancor peggio la fine dell'Unione Sovietica e del suo "dominio". Piaccia oppure no, questa è la realtà; dopo possiamo aggiungere tutto il resto riportato dai i media in queste ore, ma il punto focale resta un discorso alla base molto più ampio.

La regione del Donbass e le due repubbliche filorusse di Donetsk e Luhnsk, sono solo la miccia accesa da anni e mai spenta che, prima o poi, con un personaggio come Putin avrebbe corso il rischio di trasformarsi in esplosione con una deflagrazione devastante. Adesso siamo arrivati alla resa dei conti con equilibri che, se bene o male si sono riusciti a mantenere, ora sono letteralmente precipitati, rischiando di mandare a picco anni anni di lavoro diplomatico.
E non dimentichiamo: come ogni dittatore, anche se "mascherato", il Presidente della Russia sa e può essere molto imprevedibile: lo ha dimostrato. Ha detto più volte che lo schieramento di forze militari russe in Bielorussia, al confine con l'Ucraina, era solo dovuto ad esercitazioni previste, nella convinzione che l'opinione pubblica potesse credere a una simile versione. Magari qualcuno ci ha pure creduto!
Salvo, poi, annunciare alla sua Nazione la decisione di sconfinare ed entrare con i mezzi armati nel Donbass, in violazione al diritto sovrano di un Stato riconosciuto. Un discorso mandato nel cuore della notte del 22 febbraio ma registrato qualche giorno prima: in una parola, premeditazione! Far credere che non aveva ancora deciso l'invasione mentre in realtà, nella sua mente, era già tutto stabilito e deciso.

Se fosse solo questo il problema sarebbe comunque già molto preoccupante. Ma c'è una cosa, ancora più inquietante che non lascia spazio all'interpretazione, anche se il "resto del mondo" prega non sia così. L'idea di Putin è, come lui stesso lo ha definito, "Denazificare" il Paese.
Questo significa che, in ogni caso, non sembra abbia intenzione di fermarsi alla questione Donbass, ma arrivare a far cadere il Governo di Kiev, rovesciare il presidente Volodymyr Zelens'kyj (che caldeggiava l'entrata ucraina nella Nato) e rimettere un presidente filo-russo, com'era Viktor Yanukovych, a sua volta cacciato e condannato dal Tribunale di Kiev a 13 anni di carcere per alto tradimento: 24 gennaio 2019.
E l'Unione Europea? La condanna è unanime, ma non basta condannare, la cosa più difficile sarà trovare una pace più velocemente possibile, pensando alle conseguenze di eventuali azioni, da parte dell' UE e Stati Uniti e le eventuali reazioni di un "Presidente-dittatore".
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