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LA SITUAZIONE IN MEDIORIENTE POTRÀ RITARDARE LA RIDUZIONE DEI TASSI?



Cosa aspettarci dal conflitto in Medio Oriente? Uno scenario che preoccupa non poco l'Unione Europea con il timore che l'inflazione riprenda a galoppare, i tassi vengano ancora rialzati e un "rischio" di interruzione dell' approvvigionamento energetico


Se dobbiamo temere tempi lunghi per arrivare a vedere l'abbassamento inflazionistico alla fatidica soglia del 2%, quanto sta accadendo in Medio Oriente potrebbe complicare ancora di più la situazione: certamente non aiuterà ad abbreviarli, anzi il rischio potrebbe essere totalmente contrario. D’accordo la BCE ha concesso una piccola pausa mantenendo i tassi invariati, almeno per il mese di ottobre, dopo la bellezza di 10 rialzi consecutivi, ma per quanto?


Ora toccando proprio il tasto “riduzione”, arriviamo alle dolenti note perché, a parte una tempistica decisamente prematura, la situazione che si è venuta a creare con la “polveriera mediorientale” porterà una complicazione non indifferente nel panorama economico. Se le voci che circolavano di un possibile rialzo dei tassi a dicembre era un'ipotesi abbastanza probabile, ora è anche peggio. Dunque la tanto sospirata riduzione? Come anticipato dalla presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, nella migliore delle aspettative, di abbassare i tassi se ne riparlerà non prima dell’inizio della prossima estate, luglio 2024. Se... se... se...!


Lo scenario legato ai tassi, che ci attende da qui all’inizio dell’estate è di una soglia non al di sotto del 4,5% sulle operazioni di rifinanziamento principali, quello della linea di rifinanziamento marginale resterà attestato sul 4,75%, mentre quello sulla linea di deposito non scenderà al di sotto del 4%. I timori di Bruxelles, in conseguenza della situazione sull’asse Medio Oriente coinvolgente i Paesi Arabi, sono che l’inflazione possa riprendere a salire e anche rapidamente.


Dopo quanto accaduto il 7 ottobre, fra le preoccupazione di interesse rilevante, abbiamo anche quelle che riguardano il mercato energetico: per ora l'effetto, “è stato contenuto”, secondo l'opinione dell’esecutivo comunitario. Però non va sottovalutata l'ipotesi, speriamo remota e che tale rimanga, di un possibile rischio di interruzioni dell’approvvigionamento energetico. fattore che rischierebbe di avere un impatto alquanto significativo sui prezzi dell’energia, sulla produzione globale e sul livello generale dei prezzi. Tutte considerazioni che hanno portato ad una revisione e correzione, in termini negativi del dato inflazionistico.




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