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BCE, IL TAGLIO DEI TASSI RIMANDATO: RESTA IL 2%, MA COSA ACCADRÀ NELLA RIUNIONE DI DICEMBRE?


Nessuna riduzione dei tassi da parte della BCE, secondo quando deciso nel meeting di Firenze: i tassi rimangono invariati al 2%. Tuttavia con l'inflazione al 2,2% vige una certa incertezza sulle prospettive, in attesa di capire cosa accadrà nella prossima riunione BCE il 18 dicembre


Con l'incertezza delle prospettive attuali la riunione della Banca Centrale Europea, tenuta a Firenze, arrivata 24 ore dopo quella della Federal Reserve, non ha mutato lo scenario precedente, lasciando il tasso sui depositi al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e sui presiti marginali al 2,40% : non c'è da meravigliarsi, dunque, che per la terza volta consecutiva l'Istituto abbia deciso di mantenerli invariati. Nonostante il momento piuttosto difficile a livello mondiale, l'economia ha continuato a crescere, vige, però, la totale incertezza per le controversie commerciali e tensioni geopolitiche globali. Il punto è sempre lo stesso. assicurarsi che l'inflazione giunga alla stabilità del 2%.


Un livello arrivato all'inizio dell'estate, nel mese di giugno, dopo qualcosa come 8 tagli in un anno; va da sé che nell'ottica dell'orientamento della politica monetaria le valutazioni verranno, come sempre, assunte di volta in volta a seconda dei dati in entrata dalle prospettive di inflazione e rischi ad essi associati, l'aggiornamento dei dati economici e finanziari, nonché della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi. 


Il tutto in attesa, come anticipato, della prossima riunione del Consiglio fissata il 18 dicembre: importante per capire, sulla base della pubblicazione delle nuove previsioni macroeconomiche, cosa potrebbe accadere. Soprattutto e come muoversi anticipatamente, considerando il fatto che le previsioni macroeconomiche, per la prima volta, saranno estese fino al 2028. Punti fermi di parenza dovrebbero essere due: un contesto economico più debole e, a partire dall'Anno Nuovo, 2026, una probabile riduzione e non salita dei tassi causati da un possibile rafforzamento dell'Euro (quest'ultimo iniziando dalla seconda metà del 2026),con prezzi in ulteriore discesa.



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