BANK OF ENGLAND: UN "FILM" GIÁ VISTO

Seguendo quanto già messo in pratica, nel giro di una settimana, dalla Banca centrale europea e dalla Federal Reserve, anche la BoE si è allineata al rialzo dei tassi d'interesse di 75 punti base
Stesso destino, stessa decisione: siamo partiti dalla BCE, per passare alla FED e chiudere con BoE! Quello che accomuna i tre istituti centrali è il notevole aumento dei tassi d'interesse per contrastare il "nemico" comune: l'inflazione.
Così a nemmeno 24 ore di distanza dalla decisione assunta dalla Federal Reserve, anche la Bank of England non ha avuto altra scelta che adeguarsi e alzare a sua volta i tassi d'interesse a 75 punti base. Traducendolo in maniera pratica: la Bank of England ha optato per il più grande rialzo dal 1989, spingendo i tassi di interesse dal 2,25% al 3% ma respingendo le ipotesi di ulteriori cospicui rialzi, sostenendo che il Regno Unito è entrato in una lunga e dolorosa fase di recessione.
Un dato è certo: stando alla BoE e al suo governatore Andrew Bailey il periodo di recessione economica, nel quale è entrato il Regno Unito, iniziato nel terzo trimestre del 2022 non sembra tanto breve. Si parla di una durata fino a metà del 2024, con una contrazione del 2,9%.
Il quadro della situazione è spiegato dall'Istituto stesso: in primis un calo del PIL di circa 075% a partire dal secondo semestre del 2022 andando a riflettere, causa aumento dei prezzi dell’energia e dei beni negoziabili, una compressione dei redditi reali.
La crescita sarà in calo almeno per tutto il 2023 e i primi sei mesi del 2024, in quanto condizionata dall'elevato andamento dei tassi di interesse di mercato. Il comunicato della BoE non lascia molto spazio alle interpretazioni: “i prezzi elevati dell’energia e le condizioni finanziarie più restrittive gravano sulla spesa". Questo è il quadro prospettico che si presenta sull'orizzonte del Regno Unito. Ora i possibili scenari ipotizzati dalla Bank of England sono due.
Il primo prevede i tassi di interesse salire al 5,25%, portando la contrazione a 24 mesi: senza mezzi termini la più lunga in assoluto dalla fine del conflitto mondiale. Questo porterebbe ad azzerare l'inflazione nel giro di tre anni.
La seconda ipotesi, invece, prevede un quadro in cui i tassi d'interesse non vengono aumentati, restando fermi al 3% attuale; ci sarà, ugualmente una recessione stimata per 15 mesi, sulla base dell’aumento dei prezzi di mutui ed energia. In questo scenario, stando alla BoE, l’inflazione raggiungerà circa l’11% durante il trimestre in corso e sarà il massimo da 40 anni a questa parte, con i prezzi regolamentati dell’energia che sono aumentati, nonostante i costosi sussidi per limitare l’impatto del rialzo.
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