ANCHE IL FOMC SI ADEGUA: TASSI RIALZATI DI ALTRI 25 PB

Con questa nuova manovra voluta dal Federal Open Market Committee, organismo della FED e responsabile della politica monetaria USA, è stato toccato il livello più alto dal 2007
Si è conclusa con un rialzo dei tassi, come da previsioni della vigilia, l'attesa riunione del FOMC che ha toccato il picco dal 2007. Questa volta l'aumento è stato di 25 punti base portando il tasso di riferimento sui Fed Funds in un intervallo fra il 4,75 e il 5% che, come anticipato, costituisce il picco più alto dal 2007, corrispondente anche al 9° rialzo consecutivo.
Tuttavia, stando all' intenzione dell'Istituto centrale, questo dovrebbe essere anche l'ultimo aumento dei tassi d'interesse nel periodo breve. Numeri alla mano, l'opinione, quasi unanime (17 su 18), dei membri che hanno partecipato alla riunione, è che il tasso sui Fed Funds si innalzerà almeno al 5,1% entro la fine dell'anno. Il costo del denaro dovrebbe invece attestarsi al 4,3% alla fine del prossimo anno e al 3,1% nel 2025.
Quanto agli altri dati di rilievo, secondo le nuove stime, la crescita economica USA è prevista leggermente al ribasso con lo 0,4% del PIL alla fine del 2023, l'1,2% nel 2024 e 1,9% nel 2025. Anche le previsioni dell'indice di inflazione per il 2023 è cambiato: si è passati dal 3,1% (stimato a dicembre) al 3,3%, mentre sono rimaste invariate le valutazioni del 2024 a 2,5% e 2,1% nel 2025. Leggermente riviste e modificate anche le cifre legate alla disoccupazione: 4,5% per quest'anno.
Ovviamente, nella conferenza stampa al termine dei lavori, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell è tornato sull'argomento che riguarda il fallimento della Silicon Valley Bank e Signature Bank definendoli: "Casi isolati laddove non si tratta di debolezze che si estendono a tutto il sistema bancario", questo a tutela e salvaguardia dell'Istituto centrale, come ha proseguito molto chiaramente: "Il sistema bancario statunitense resta solido, resiliente e ben capitalizzato, tutti i depositi sono al sicuro e la FED è pronta ad usare tutti gli strumenti a disposizione per mantenerlo".
Tutto questo senza dimenticare che uno dei punti cardini resta la lotta all'inflazione: è pur vero che il costo della vita negli Stati Uniti è andato a diminuire, ma le pressioni sono ancora troppo alte e "... senza la stabilità dei prezzi, l'economia resta in sofferenza", ha precisato il N°1 della FED chiarendo l'impegno dell'Istituto nella volontà di riportare l'andamento dei prezzi a quel fatidico 2% che costituisce l'obiettivo fissato.
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