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7 PER LA TASK "RECOVERY FUND"!



L'arrivo dei 209 miliardi impone tempi rapidi per il piano di riforme da presentare a Buxelles e la gestione del "tesoretto". Si ipotizzano 7 ministri


Ci risiamo: ma forse questa volta non se ne può fare a meno! D'altronde in ballo ci sono, euro più, euro meno, da gestire i 209 miliardi del Recovery Fund, dopo l'accordo che ha sbloccato la sospirata ancora di salvataggio parziale, se così vogliamo definirla. Per fortuna questa volta ci salviamo dalla pletora di oltre 400 "esperti" (parliamone), avuta in passato sotto la guida di Vittorio Colao.


Niente sperperi extra, almeno così sembrebbe... Una cosa è certa: arrivati questi soldi, vanno saputi amministare secondo quanto richiesto dall'UE. Ovvero spesi non a papocchio, ma seguendo le linee guida richieste dalla Comunità; diversamente, come abbiamo già detto, il Recovery Fund rischiamo di giocarcelo! Quello che l'Italia deve fare in fretta, per non dire alla velocità della luce, è preparare il piano di riforme da presentare a Bruxelles e che sarà finanziato dalle risorse del fondo per la ripresa.


Sembra abbastanza scontato che a guidare questa Task Force sia Giuseppe Conte: dubbi non ne avevamo! Ma la vera domanda resta chi e quali saranno i componenti di questo ristretto nucleo. L'ipotesi più probabile e mi verrebbe da dire più di un'ipotesi è che la componete strutturale sia costituita da alcuni ministri (se ne ipotizzano 7) che potrebbero essere: Gualtieri (Economia), Patuanelli (Sviluppo Economico), Speranza (Salute), De Micheli (Infrastrutture), Pisano (Innovazione), Catalfo (Lavoro) e Costa (Ambiente). A loro verrebbe affidato il primo compito di lavorare per programmare le riforme da presentare a Bruxelles. Argomento che, però, non va ad esaurirsi qui: permane il dubbio sull'eventualità di un possibile allargamento ad altre parti con rappresentanti delle amministrazioni locali, Regioni e Comuni.


Detto che il comandate della nave "Recovery Fund" dovrebbe essere il Presidente del Consiglio, questi ha già in mente una sua idea strategica sui passi da seguire. Per la redazione tecnica dei progetti di riforma scelti a livello politico, Conte potrebbe muoversi avvalendosi un organismo non partitico ma sostanzialmente neutrale. Sarebbero affidati ad un comitato composto da amministratori, alti funzionari dello Stato ed esperti in vari settori, sotto la guida di un responsabile che dovrà avere l’appoggio della maggioranza di Governo. Insomma la partita "Recovery Fund" per l'Italia è solo al primo atto.

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