“BOMBA COHEN”: LE DIMISSIONI DEL CONSIGLIERE ECONOMICO USA!
La decisione causata da Trump nel voler introdurre nuovi dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio

La giornata economica sì è aperta con l’annuncio delle dimissioni di Gary Cohen, consigliere economico del presidente USA, Donald Trump. Notizia che ha sorpreso e fatto scalpore, preoccupando non poco i mercati che hanno avuto la prima reazione nella tarda serata di ieri con Futures sul Dow Jones, scesi in perdita di più di 300 punti.
Che fra Donald Trump e Cohen, già artefice della “Riforma Fiscale Trump”, non ci fosse più un “feeling particolarmente idilliaco” lo si era già percepito anche in virtù del fatto che lo stesso ex numero due di Goldmam Sachs, molte volte è stato oppositore delle visualizzazioni più intransigenti dell’ “Inquilino della Casa Bianca”.
La goccia che, con ogni probabilità, anzi, sicuramente, ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima decisione del Presidente USA di introdurre nuovi dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Uno scenario che ha allarmato e non poco a partire dai mercati per arrivare agli stessi funzionari, preoccupati dall’ innesco di una possibile guerra commerciale che potrebbe innescarsi.
Più dell’effetto relativamente ai dazi diretti, a destare le maggiori preoccupazioni sono le conseguenze politiche commerciali che si potrebbero creare. Le dimissioni di Cohen, ora seguiranno il classico iter: tradotto, diverranno esecutive nelle prossime settimane, ma i primi effetti si sono già visto all’ annuncio.
Indubbiamente, l’operato di Cohen ha avuto la capacità nel rassicurare gli investitori, da sempre preoccupati delle derive protezionistiche di Trump e dalla sua politica economica spesso aggressiva ma, possiamo dire, “controllata” dal suo consigliere economico.

L’ immediata reazione della Casa Bianca, all’ annuncio, è stata quella di comunicare la volontà e l’intenzione di stroncare gli investimenti cinesi negli USA e di imporre tariffe su molteplici quantità di importazioni.
La reazione, come abbiamo detto, non si è fatta attendere, partendo proprio dai Futures di Wall Street e da un mercato asiatico in ribasso: lo Shanghai ha chiuso a - 0,55%, il Kospi a -0,40% e l’ Hang Seng ha effettuato scambi con un ribasso di oltre l’ 1%. Seppur in misura minore, anche il Nikkei ha chiuso un moderato rosso dello 0,73%.