FEDERAL RESERVE: VIA AL TAGLIO DI 0,25 PUNTI BASE
- Luca E.G.Reboa

- 30 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 31 ott
Il FOMC con 10 voti a favore e 2 contrari ha deciso la riduzione dei tassi d'interesse di 25 punti base, in risposta a un’economia in moderata espansione, ma con rallentamento del mercato del lavoro e inflazione ancora elevata
Nel suo nuovo intervento di politica monetaria la Federal Reserve, con un voto di netta maggioranza di 10 a 2, ha deciso di operare il secondo taglio consecutivo dei tassi sui fondi federali. Il FOMC ha scelto la riduzione di 25 punti base portando il target tra il 3,75% e il 4%: una decisione in linea con quello che era nell'aria e riflette un cambiamento nell’equilibrio dei rischi macroeconomici, con particolare attenzione al rallentamento del mercato del lavoro e alla persistenza dell’inflazione.
Secondo gli ultimi indicatori, infatti, l'attività economica negli Stati Uniti, registrata è in continua crescita a ritmo moderato; d'altro canto i dati legati al settore dell'occupazione segnalano un rallentamento con la diminuzione dei nuovi posti di lavoro nel corso dell’anno. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, vero che è rimasto basso fino ad agosto, ma ha registrato una leggera crescita. Qualcosa è cambiato anche sul tema inflazione: è tornata a salire rispetto ai livelli di inizio anno, rimanendo superiore all'obiettivo prefissato del 2%.
In base a questa analisi, il FOMC ha rimarcato il proprio impegno nel sostenere la piena occupazione e riportare al 2% sul medio-lungo periodo il target dell’inflazione. Proprio in quest'ottica è stato deciso di chiudere il programma di riduzione delle proprie partecipazioni in titoli a partire dal 1° dicembre.
Il quadro della FED è ben chiaro: l’incertezza sulle prospettive economiche rimane ancora elevata elevata con l'aumento registrato negli ultimi mesi dei rischi al ribasso dell’occupazione. Come sempre, il monitoraggio costante dell'evolversi temporale della situazione, sulla base dei dati in arrivo, dell’evoluzione del quadro macroeconomico e del bilanciamento dei rischi, potrà indurre ad eventuali ed ulteriori modifiche alla politica monetaria.






















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