




Misura d'inclusione attiva: come cambia il Reddito di cittadinanza
Il cambiamento, dopo l'approvazione definitiva, arriverà a settembre con alcune novità rispetto al precedente RdC a partire dalle due categorie beneficiarie: occupabili e non occupabili
di Luca Emilio Giovanni Reboa
Arriva “il nuovo” Reddito di cittadinanza, anzi, per definirlo con il termine esatto, “Mia”: Misura d’inclusione attiva. Una trasformazione che dovrebbe partire da settembre e andrà a riformare quello che è stato, fino ad oggi, il Reddito di cittadinanza. Una riforma che modificherà in diversi aspetti il quadro degli aventi diritto.
Il Mia, infatti, potrà essere percepito anche dagli occupabili ma con due caratteristiche ben precise: importo minore e altrettanta durata temporale ridotta. In attesa della definizione, che arriverà tramite i canali ufficiali a fine marzo, valutiamo requisiti e importi della nuova "Misura" e le varianti rispetto al “vecchio” reddito di cittadinanza. Si tratta di un primo approccio ad introdurre quella che sarà la versione definitiva: le bozze, infatti, sono già state predisposte e messe la vaglio del Ministero dell’economia per la valutazione definitiva.
BENEFICIARI
La Misura d’inclusione attiva sarà, almeno inizialmente, anche a favore degl’ occupabili, come anticipato. A questo punto la suddivisione di chi potra beneficiare del Mia sarà suddivisa in due gurppi. Il primo includerà le famiglie alle quali è stato garantito il Reddito di cittadinanza nel 2023, rispettando le condizione inserite dettate dalla normativa (per tutti i 12 mesi), tradotto: si tratta di un nucleo familiare all’interno del quale sia presente, almeno, un membro disabile minorenne, oppure over 60.
Nel secondo vengono, invece, incluse quelle famiglie alle quali, nell’anno in corso, dopo la scadenza dei 7 mesi di percezione mese, costituenti il limite calcolato e tenendo conto del solo anno corrente, verrà tolto l'RdC. Una volta decaduto il Reddito di cittadinanza, entrambe le categorie potranno presentare la domanda per il Mia, ma con una diversità che riguarderà i soggetti in grado di avere un ricollocamento professionale. Questi appartenenti al secondo gruppo, infatti, proprio per essere incentivati a “trovare lavoro”, riceveranno un sostegno economico inferiore rispetto la primo gruppo; saranno, comunque, sostenuti e non lasciati a sé stessi nel periodo di ricollocamento.
IMPORTI
Si partirà da una base economica di 500 €. al mese, con maggiorazioni in relazione alla presenza di altri componenti. Questa dovrebbe costituire il minimo garantito (lo stesso che era previsto per l'RdC) e sarà a copertura di quelle famiglie in cui ci sono persone povere e senza possibilità d’inserimento nel mercato del lavoro. Esiste, poi, una variante minima partendo da 375 €., nel caso in cui siano presenti nel nucleo familiare soggetti occupabili. L’ultima ipotesi considerata dal Governo riguarda il rimborso della quota dell’affitto che, ad oggi, arrivava fino 280 €. mensili. una possibile variazione, in una quota superiore o minore, verrà valutata dal Ministero dell’economia, dopo aver chiarito l'entità delle reali risorse economiche a disposizione.
TEMPO
Anche in questo caso i beneficiari, occupabili - non occupabili, presentano due aspetti differenti. Non occupabili: la variazione, tanto in termini economici, quanto di durata, dovrebbe essere simile e comunque staccarsi di poco dall’erogazione del precedete Reddito di cittadinanza. In questo caso e anche in quello di famiglie dove la presenza di una tutela sia maggiore, come minorenni, disabili e over 60, l’arco temporale sarebbe di 18 mesi; mentre per gli occupabili dovrebbe scendere ai 12 mesi. Tempistica che potrebbe (usiamo il condizionale) seguire l’andamento del Reddito di cittadinanza con la possibilità di un rinnovo (con durata diversa nei due gruppi) al termine del periodo previsto di massima fruizione. Per famiglie non occupabili, plausibile (stando ad alcune indiscrezioni già emerse) che dopo il primo rinnovo (dove dovrà passere almeno un mese) vi sia la riduzione da 18 a 12 mesi; potesi di riduzione, invece, da 12 a 6 mesi per gli occupabili.
STRETTA REQUISITI
Il termine “giro di vite” calza a pennello! Per usufruire del Mia, bisognerà rispettare i requisiti che, rapportati al passato, dovrebbero essere maggiormente restrittivi, così da poter concentrare le risorse su chi ne abbia effettivamente bisogno e diritto. Un parametro fondamentale è la soglia ISEE. Facendo un esempio: se ad oggi la soglia ISEE per rimanere nell'RdC è di 9.360 €. il valore entro cui restare per beneficiare della nuova Misura d’inclusione attiva dovrebbe essere di 7.200 €.
Punto di partenza importante è la scala di equivalenza: fattore determinante ai fini del calcolo del beneficio nel nucleo familiare che, come abbiamo detto, dovrebbe andare maggiormente incontro favorendo quei nuclei con più figli e altri soggetti meritevoli di maggior tutela. Non solo: l’altra novità importante riguarderà il requisito della residenza in Italia. A questo proposito l’Unione europea, infatti, aveva avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia per la tempistica. Da qui la decisione di andare incontro a Bruxelles e ridurre i tempi di concessione da 10 a 5 anni.
MIA POLITICA ATTIVA E SOSTEGNO AL LAVORO
Sostegno per le difficoltà sì, ma anche la ricerca del ricollocamento per rimettersi in gioco. Centri per l’impiego e agenzie per la ricerca del lavoro (le quali riceveranno un incentivo per ogni beneficiario a cui viene trovato un impiego) affiancheranno il Mia. Come? Verrà istituita una piattaforma mirata alla quale gli occupabili saranno tenuti ad iscriversi, in modo tale da ricevere, visionare e rispondere alle offerte di lavoro ritenute adatte.
Non cambierà la sanzione che era già prevista per l'RdC: il Mia sarà perduto al rifiuto della prima offerta. Esiste anche un discorso di poter cumulare i redditi: rimanendo entro i 3.000 €., le entrate frutto del sostegno potranno essere mantenute ed unite ai redditi frutto di lavori saltuari e stagionali e saltuari. Questi ultimi per quanto brevi (si parla di 30 giorni di minima), potrebbero venire riconosciuti adeguati e non rifiutabili.